Apple cerca di riconquistare terreno tra ritardi sull’IA, concorrenza tecnologica e pressioni geopolitiche
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Apple si prepara a inaugurare la sua conferenza annuale dedicata agli sviluppatori, la Worldwide Developers Conference (WWDC), cercando di recuperare terreno nel settore dell’intelligenza artificiale, dove finora ha mostrato segnali di ritardo rispetto ai principali concorrenti.
Dopo un 2023 in cui ha presentato il visore Vision Pro — accolto più come un prodotto di nicchia che una rivoluzione — e ha annunciato l’introduzione di funzioni basate sull’IA per Siri, l’evento di quest’anno si preannuncia meno eclatante. Apple punterà, secondo le anticipazioni, su un rinnovamento più profondo del proprio software, con un’interfaccia rinnovata per le app native dell’iPhone e una nuova logica di denominazione per gli aggiornamenti del sistema operativo.
Secondo Thomas Husson, analista di Forrester Research, nonostante il ritardo, Apple ha ancora tempo per rimettersi in gioco in quella che definisce “una maratona, più che uno sprint”. Il colosso di Cupertino dovrà però necessariamente adattare i propri sistemi operativi per affrontare la nuova fase tecnologica dominata dall’intelligenza artificiale.
Tra le novità attese, spicca la possibilità che Apple cambi il nome dei suoi sistemi operativi seguendo un modello simile a quello utilizzato dall’industria automobilistica, basato sull’anno. In tal caso, il prossimo aggiornamento atteso in autunno potrebbe chiamarsi iOS 26, abbandonando la numerazione sequenziale attuale.
Tuttavia, è probabile che, rispetto allo scorso anno, Apple parlerà meno di IA. Nonostante alcune funzionalità alimentate dall’intelligenza artificiale siano già state rilasciate con aggiornamenti gratuiti, l’azienda non è ancora riuscita a mantenere la promessa di un assistente Siri più potente e personalizzato. I ritardi nello sviluppo sono stati talmente evidenti da spingere Apple a ridimensionare la presenza di Siri nelle proprie campagne di marketing.
“Ci sta volendo più tempo del previsto,” ha ammesso recentemente il CEO Tim Cook. “Ma stiamo facendo progressi e siamo molto entusiasti di introdurre presto nuove funzionalità più personali.”
Nel frattempo, la concorrenza non si ferma. Google continua a integrare l’IA nei suoi dispositivi Pixel e nei suoi servizi di ricerca, mentre Samsung punta con decisione sull’intelligenza artificiale per consolidare la propria posizione. ChatGPT, nel frattempo, ha avviato una collaborazione con Jony Ive, ex capo del design Apple, per sviluppare un nuovo dispositivo che potrebbe rappresentare un’alternativa diretta all’iPhone.
Un’altra incognita che aleggia sull’evento è il futuro stesso dell’iPhone. “Anche se molta attenzione sarà rivolta a ciò che di nuovo arriverà per l’iPhone, la vera domanda è: qual è il prossimo grande prodotto dopo l’iPhone?”, osserva l’analista Dipanjan Chatterjee.
Ma i problemi per Apple non sono solo di natura innovativa. L’azienda deve affrontare sfide normative che potrebbero privarla di entrate fondamentali per finanziare la ricerca e lo sviluppo. Un giudice federale sta valutando se vietare gli accordi con Google, del valore di circa 20 miliardi di dollari l’anno, mentre un’altra sentenza ha già proibito a Apple di incassare commissioni su transazioni in-app elaborate al di fuori del suo sistema di pagamento.
A tutto questo si aggiunge la tensione crescente nella guerra commerciale tra Stati Uniti e Cina. Durante il primo mandato di Donald Trump, Cook era riuscito a evitare che l’iPhone fosse colpito dai dazi doganali. Ora, con il ritorno di Trump alla Casa Bianca, Apple si trova nuovamente sotto pressione per spostare parte della produzione sul suolo americano, una sfida enorme per un’azienda che da decenni si affida alla manifattura cinese.
In questo scenario complesso e competitivo, il WWDC di quest’anno rappresenta per Apple un momento cruciale: più che un’occasione per stupire, un banco di prova per dimostrare che la sua capacità di innovare non è scomparsa.